Riproponiamo un
interessante articolo di Sergio Boschiero, pubblicato nell'estate 2008
dal mensile "Storia in Rete", in cui il leader monarchico, partendo
dall'aneddoto della sua visita a Montelepre, il paese di Salvatore
Giuliano, analizza il comportamento tenuto dal famigerato bandito
durante la campagna referendaria del 1946.
IL BANDITO E IL REFERENDUM
Secessione e Repubblica. Anche questi gli obiettivi del famoso brigante?
di Sergio Boschiero, da Storia in Rete - Luglio-Agosto 2008.
Nel corso della mia
ultraquarantennale militanza monarchica ho parlato sempre liberamente,
ho mosso critiche all’ordinamento repubblicano ed a qualche Presidente
della Repubblica, ho polemizzato con i Savoia, quelli esiliati in
Svizzera, prendendo le distanze da loro, ho detto quello che sapevo sul
mistero dei documenti Reali scomparsi (SKY-History channel) .
Solo di un argomento non ho potuto parlare e trovare udienza in qualche
testata: la scoperta, quasi casuale, dell’impegno del bandito Salvatore
Giuliano a favore della scelta repubblicana in occasione del referendum
istituzionale del 2 Giugno 1946.
Non ho mai obbedito alla tentazione di denigrare la Repubblica, essendo
la presenza della malavita trasversale nelle forme istituzionali, ma la
notizia su Giuliano era ed è interessante non soltanto per meglio
illuminare la personalità del bandito, ma anche per valutare la
giustificazione secondo la quale egli pensava che con l’avvento di una
repubblica sarebbe stato più facile conseguire l’indipendenza della
Sicilia.
Non va dimenticato che alcuni movimenti indipendentisti siciliani
vagheggiavano l’aggregazione dell’isola agli U.S.A. come 39° stato
della federazione americana.
La “carriera” di fuorilegge di Giuliano iniziò il 2 Settembre 1943 con
l’uccisione di un carabiniere che lo aveva fermato per un controllo ad
un posto di blocco.
Da quel giorno Giuliano si diede alla latitanza, organizzò una banda,
sfidò lo Stato, morirono altri 81 carabinieri, altri militi, e oltre 50
civili; la banda fece innumerevoli espropri e arrivò ad assaltare una
caserma
dell’Arma Benemerita.
La ribellione armata finì con la morte di Giuliano avvenuta il 3 Luglio
1950.
Il “mito” di Giuliano aveva varcato i confini italiani; per incontrarlo
nella clandestinità donne innamorate del bandito erano giunte
dall’Italia e dall’estero, mentre andava affermandosi la leggenda di un
Giuliano novello Robin Hood che toglieva ai ricchi per aiutare i poveri.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Io stesso, già nei primi anni delle medie, manifestavo curiosità per il
“re di Montelepre” così come molti giovani solidarizzavano già allora
per gli indiani dei film western americani e negli anni successivi
sarebbero stati abbagliati dal mito rosso del Che.
Ero stato in Sicilia più volte, ma fu nell’estate del 1987 che ebbi
casualmente l’opportunità di arrivare a Montelepre. Ero e sono amico di
un pittore siciliano di Palermo; un’amicizia consolidata dalla comune
fede monarchica e dall’avere io fatto da padrino di battesimo per il
primo dei tre figli.
Questo pittore aveva partecipato ad una mostra a Torretta e stavamo per
ritornare a Palermo quando vidi un’insegna stradale che indicava
“Montelepre, km. 9”.
Ci dirigemmo verso Montelepre e, appena entrammo nel paese, feci
fermare l’autovettura (una vecchia pittoresca Ford, degna di figurare
in qualche sceneggiato della Piovra) ed entrai in un bar per chiedere
dove fosse la casa di Salvatore Giuliano. Non dovetti aprir bocca
perché l’ambiente parlava da solo; dietro il bancone c’era una donna
vestita di nero e sul muro bianco alle sue spalle vidi un quadro con
Salvatore Giuliano a grandezza naturale, “nobilitato” da una lampadina
accesa come se si trattasse di S. Antonio; era la casa che cercavamo,
trasformata in un bar-pizzeria museo, con le pareti piene di ritratti
del personaggio, foto di gruppo, camicie dell’E.V.I.S. insanguinate e
sforacchiate, proclami. Lo chiamano “Giuliano’s castle” forse per dei
brutti merli guelfi di cemento che coronano la facciata.
I bimbi del pittore mi misero in imbarazzo quando mi chiesero chi fosse
il soggetto della grande foto, ma me la cavai con una bugia; “è
Salvatore Giuliano – dissi - il re di Montelepre, colui che toglieva ai
ricchi per aiutare i poveri”.
La bugia funzionò perché la parente del bandito non volle che pagassi
le consumazioni e il nipote del “re” Giuseppe Sciortino Giuliano, mi
rivolse, in un siciliano stretto, parole amichevoli e volle firmarmi un
libro ancora fresco di stampa, che conservo.
Gli
autori sono Marianna Giuliano e Giuseppe Sciortino Giuliano, casa
editrice “LA RIVALSA-MONTELEPRE”, il titolo “MIO FRATELLO SALVATORE
GIULIANO”, pagine 350, lire 20.000.
Chiesi al coautore se avesse una cartolina di Giuliano; me ne donò
alcune della Montelepre di un tempo e mi indicò una tabaccheria sulla
piazza dove trovammo 3 cartoline. La titolare ci raccomandò di spedirle
in busta chiusa perché, altrimenti, i carabinieri le avrebbero
sequestrate.
Così lasciammo Montelepre, che conservava allora delle vie dedicate ai
Savoia ma che al referendum istituzionale del 2 Giugno aveva dato la
maggioranza alla Repubblica.
Il libro si articola in 20 capitoli con diverse foto, proclami dei vari
movimenti indipendentisti, lettere di Salvatore Giuliano, alcune di
insulti, a Scelba, un appello a Truman; l’italiano è povero, l’Italia è
trattata da nemica. Il capitolo XII è intitolato “scacco al Re” ed è il
capitolo rivelatore dell’impegno repubblicano di Giuliano nel
referendum istituzionale.
In proposito, a pagina 195, così scrive la sorella Marianna: “Nel
periodo pre-elettorale anche mio fratello si era trasferito a Palermo.
Era ospitato nelle migliori ville della città e le belle donne se lo
contendevano.
Erano affascinate dalla sua personalità e dalla sua prestanza fisica.
Da quegli alloggi, anch’egli faceva campagna elettorale. Telefonava,
scriveva o andava di persona in cerca di amici, conoscenti e
simpatizzanti affinché votassero e facessero votare il M.I.S.
(Movimento per l’Indipendenza della Sicilia) per la Costituente e la
repubblica per il referendum. Contemporaneamente i suoi uomini e le
loro famiglie si prodigavano nella ricerca di voti, agendo anche a suo
nome”.
I dati elettorali del referendum, riferiti ai paesi di Montelepre e
Giardinello nei quali Giuliano contava su un centinaio di capifamiglia,
hanno dato la maggioranza alla repubblica.
I dati
ufficiali del referendum istituzionale del 2 giugno 1946. I due paesi
sotto lla diretta influenza del bandito Giuliano in controtendenza con
i dati degli altri paesi limitrofi.
Comune |
Voti
Repubblica |
Voti
Monarchia |
Montelepre |
1.661 |
948 |
Giardinello |
420 |
270 |
Torretta |
186 |
1.382 |
Carini |
2.399 |
4.880 |
Cinisi |
1.599 |
2.034 |
Capaci |
190 |
1.688 |
Terrasini |
445 |
2.843 |
Partinico |
3.447 |
7.324 |
Borghetto |
280 |
2.773 |
Monreale |
1.302 |
8.163 |
Come
si schierò la malavita nel referendum? A Partinico vinse la Monarchia
mentre a Corleone vinse la Repubblica. Misteri d’Italia e, in questo
caso, di Sicilia. A Palermo la Monarchia ebbe 160.186 voti, la
Repubblica 30.092. Nel capitolo XV il libro si occupa della strage di
Portella della Ginestra.
Mi sorge un dubbio: se Salvatore Giuliano al referendum si era
schierato per la Repubblica, come avrebbe fatto solo un anno dopo, ad
inchinarsi alle direttive degli agrari e dei monarchici eseguendo
l’orrenda strage di Portella della Ginestra? Era un idealista o, come
credo, solo un bandito?
Sergio Boschiero
I DOCUMENTI
APPELLO PER L’INDIPENDENZA DELLA SICILIA
<<
IL COMITATO NAZIONALE DEL MOVIMENTO per L’LNDIPENDENZA della SICILIA
rivolge un vivo appello a Tutti gli Stati rappresentanti alla
Conferenza di San Francisco perché vogliano portare il loro esame sulla
grave situazione esistente nell’isola e decidere sulle sue sorti
avvenire………
……L’inetto governo italiano non potrebbe portare che
alla catastrofe. Solo le Nazioni Unite, che hanno combattuto per la
libertà dei popoli, i cui eserciti vittoriosi furono fraternamente
accolti nell’isola, potranno impedire questa iattura. Il compito
nobilissimo di tutelare i supremi interessi del popolo siciliano spetta
ad esse. Ad esse, come dichiareranno l’indipendenza dell’Austria e di
altri paesi, vorranno provvedere all’indipendenza della Sicilia come
atto di riparazione e di giustizia.
PALERMO, 31 MARZO 1945 (663°ANNIVERSARIO DEL VESPRO SICILIANO) *.
* Biblioteca Comunale Palermo.
Da “Mio fratello Salvatore Giuliano”
Ed. La Rivalsa-Montelepre-pag. 150
SALVATORE GIULIANO: APPELLO ALLE ARMI
Dopo il proclama di Turri II, eletto comandante dell’E.V.I.S. il 25 Luglio 1945, Salvatore Giuliano
fece affiggere manifesti per L’arruolamento.
Questo il testo:
<<POPOLO!
Centomila lire al mese a chi vuole arruolarsi nel nuovo esercito che si
costituirà al solo scopo di lottare contro i nemici della libertà che
hanno la sola forza del Governo nelle mani, in tale lotta possono
partecipare anche le donne. Io non vi prometto niente, né vi faccio
castelli in aria: solo in caso di vittoria vi saranno riconosciuti i
sacri diritti umanitari, sociali e morali dell’uomo. State attenti e
bocca chiusa perché spie possono insinuarsi per scoprirmi.
Il modo
di venire a me è quello di cercare la via tra gli amici che si
riconoscono degni di appartenere a me. S. GIULIANO>>.
Da “Mio fratello Salvatore Giuliano”
Ed. La Rivalsa-Montelepre-pag. 150
“ Indipendenza o morte “
Il 25 Luglio 1945 venne nominato il nuovo comandante dell’E.V.I.S., col grado di colonnello, Cocetto Gallo.
Nell’assumere il comando, egli scelse il suo nome di battaglia.
Si chiamò “TURRI II” e con questo nome firmò il suo primo proclama:
<<Siciliani!
AntonioCanepa (Mario Turri) primo comandante dell’E.V.I.S., è caduto
per piombo italiano. Sia gloria a lui! A noi basta la fiaccola
dell’ideale. Da oggi, eletto dalla truppa, assumo il comando
dell’E.V.I.S.. Se anch’io dovessi morire è pronto il successore.
Fratelli, tenetevi pronti per il gran giorno! Indipendenza o
morte!>>.
Da “Mio fratello Salvatore Giuliano”
Edizioni “La Rivalsa” – pag. 134.
INNO NAZIONALE SICILIANO
La musica fu tratta dall’atto secondo dei “PURITANI” di Vincenzo Bellini, “SUONI LA TROMBA”.
Inalterata la musica mentre le parole originarie erano state sostituite con le seguenti:
<< PER LA SICILIA INTREPIDA
NOI PUGNEREM DA FORTI
PRONTI A SFIDAR LA MORTE
GRIDANDO LIBERTA’.
CONTRO I TIRANNI ITALICI
NEMICI DELLA NOSTRA TERRA
OGNUN LE ARMI AFFERRA
GRIDANDO LIBERTA’.
SICILIA! SICILIA! >>
Da “Mio fratello Salvatore Giuliano” Pag. 149
La repubblica vinse
“
Le elezioni del 2 giugno 1946 si svolsero nel migliore dei modi. Il
Referendum, in tutti i paesi in cui Turiddu era più popolare, ebbe
suffragi per la repubblica.”
Marianna Giuliano
Da “Mio fratello Salvatore Giuliano” Pag. 201