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Varese,
sebbene non pulluli di testimonianze e omaggi alla Real Casa Italiana,
ha delle piccole "perle" che meritano di essere scoperte e valorizzate.
Una di queste è senz'altro l'imponente busto, raffigurante il Re
Umberto I, che si trova nei giardini pubblici. Originariamente il busto
era collocato al centro del bellissimo parco, da dove venne spostato
(non per questioni ideologiche ma per un nuovo assetto strutturale dei
giardini). Su iniziativa dell'allora Presidente della Commissione
Cultura, Arch. Franco Prevosti, nel settembre 2005 venne ricollocato
alle spalle della Biblioteca Civica, dopo aver trascorso decenni in un
magazzino comunale. Questa restituzione alla città suscitò assurde
polemiche e il busto nottetempo venne imbrattato con vernice rossa.
Nessuno rivendicò il gesto e non si è mai saputo chi abbia
materialmente compiuto il vile atto vandalico. Però frange giovanili
dell'estrema destra varesina cavalcarono la protesta, chiedendo a gran
voce la rimozione del busto di quello che definivano un Re assassino,
dimostrando totale ignoranza nei fatti storici e un triviale fanatismo,
degno del più estremista circolo anarchico-terrorista.
Varesemonarchica, preoccupata per le polemiche, si mosse e, tramite
Sergio Boschiero, siamo stati contattati dall'On. Landi di Chiavenna al
quale spiegammo tutta la feccenda. Il deputato di AN si interessò al
caso e fece "strigliare" gli esuberanti novelli giacobini dalla allora
responsabile giovanile del partito: Giorgia Meloni. Varesemonarchica
pubblicò il richiamo scritto e, nel giro di pochissimo tempo, il tutto
si sistemò. L'Amministrazione comunale fece ripulire il busto e, il 6
gennaio 2006, con una simbolica cerimonia e la deposizione di una
corona di alloro, il busto ripulito venne inaugurato, alla presenza di
Sergio Boschiero, dell'Arch. Franco Prevosti, del Consigliere di
circoscizione Agostino Savoia (memoria storica del monarchismo
varesino), dei responsabili del Circolo liberale “Cavour” Pierangelo
Berlinguer e Carlo Del Grande, oltre che dal gruppo di Varesemonarchica.
A Palazzo Estense, oggi sede del Comune, c'era un bellissimo
busto del primo Re d'Italia, Vittorio Emanuele II, proprio nel salone
d'onore. Recentemente hanno ben pensato di spostarlo, assieme a quello
di Garibaldi, a Villa Mirabello, sede del museo del Risorgimento.
A
Biumo c'è una targa che ricorda l'inaugurazione del quartiere Belfiore,
avvenuta il 20 ottobre 1923, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.
A
Masnago, la rotonda vicino ai Carabinieri, che ospita il monumento al
Vicebrigadiere CC Salvo D'Acquisto, è stata intitolata alla Principessa
Mafalda di Savoia, morta nel campo di concentramento nazista di
Buchenwald il 27 agosto 1944. |
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